lA NEBBIA 2005

 

 

 

Si parte una mattina presto, si prepara il sacco con il necessario, e si guarda la cima con molte speranze, molti sogni e tanto entusiasmo.

Il sentiero passa sul crinale della montagna, a volte è ripido, tortuoso; a volte pianeggiante.

Si vedono le impronte lasciate da chi è passato prima di noi, segni molto marcati, segni leggeri o non leggibili.

Si va avanti e di tanto in tanto ci si ferma per gioire del paesaggio, dei profumi e dei suoni, inoltre per dare  una sbirciata dietro, vedere la strada che si è già fatto.

Sopra, un cielo blu con nuvole sparse, grandi e piccole che a volte coprono il sole  e danno uno strano sentore, ma vai ancora avanti su per il sentiero, tanto sei consapevole che se ne andranno.

Ti fermi ancora ad assaporare il paesaggio, getti lo sguardo nel fondo valle e  vedi la nebbia, ma non ti  preoccupa, è giù in basso e oltre a tutto sei assopito nei tuoi pensieri e dal desiderio di andare avanti.

Poi ad un tratto un forte colpo di vento spinge la nebbia verso l’alto, e t’immerge in un fitto manto bianco.

Sei smarrito, angosciato, e pare che il tempo si sia fermato.

Ti guardi attorno e non vedi altro che nebbia: tutto quello che prima vedevi c’è ancora, ma  tu non lo vedi. Tutti i  profumi che sentivi, ora non li senti più, senti solo uno  strano vuoto dentro di  te e un freddo dentro le ossa che di fa venire i tremiti.

Pure la scelta del sentiero che prima percorrevi sicuro non ti sembra la più corretta.

Speri che un colpo di vento  faccia sparire la nebbia e  che tutto si stato un sogno………, ma non succede.

Molti pensieri passano per la testa, molti sentimenti riaffiorano. Potresti farti prendere dalla disperazione, ma non servirebbe che a peggiorare la situazione.

Ritornare sui tuoi passi, anche questo non è possibile.

Allora aspetti, fai solo qualche piccolo passo “pesato”, per di più ti accorgi che il tempo non si è fermato.

In seguito, piccoli aliti di vento muovono la nebbia e a volte riesci a scorgere qualche forma, e allora vai avanti. Poi ancora soffi di varia energia che  la diradano o la addensano, e persino momenti in cui scorgi il sole che t’intiepidisce, ma quel freddo nelle ossa è rimasto dentro di te e non se n’andrà.

Continui sul tuo sentiero con tempi buoni e cattivi e ti avvicini alla meta e al tramonto, la nebbia oramai non da più fastidio, arriva la notte.

Ti addormenti nella speranza che al mattino il sole, quando si alza dietro alle montagne, ti abbaglierà con i suoi raggi: da non poter vedere, solo intravedere le forme delle catene di monti. Ma vedrai chiaro tutto quello che ti circonda e che avrai vicino.

 

G.Rovelli

 

 

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