quadro - A.Mazzoli


Fu il naturalista svedese Carl Von Linné, detto poi Linneo, a classificare nel 1758 la beccaccia del ceppo euro-asiatico Scolopax rusticola. Etimologicamente proviene da skolops che significa paletto appuntito, e da rusticola abitante delle campagne, e deriva dalla sua principale caratteristica morfologica, appunto il becco a punta.

 

La beccaccia, uccello molto misterioso, discreto da sempre ha suscitato curiosità e ammirazione da parte dell'uomo.
Forse per il suo raffinato mimetismo, forse perché arriva in punta "d'ala" per un corto periodo, per poi sparire. A lei sono state dedicate molte poesie, racconti,storie e chiamata con nomi diversi; La Regina del bosco, La Fata (amica di gnomi e folletti), La Beccona, L'Arcera. Nel nostro comune dialetto: La Galinascia.

"Margherita"  foto di Flavio V.

HABITAT

La beccaccia é specie silvicola e si trattiene all'aperto solo la notte a scopo nutritivo e di sicurezza. Vive nei boschi, meglio se misti a caducifoglie, con prevalenza di betulle, carpini, frassini, querce, robinie, castagni, ontani, larici e faggi, ma anche abeti, e pini, meglio se non monocolture, nonché in tagliate. Non é infrequente trovarla anche boschi di nocciolo, pioppeti, e lecceti.
Preferisce boschi non molto folti con terreno morbido, meglio se umido, privo di erbe alte, con buona possibilità  di alimentazione e di quiete, nonché possibilità  di nascondersi e fuggire. Durante la nidificazione predilige boschi misti di resinose e caducifoglie con scarsa umidità  e al riparo da forti venti.
Il sottobosco mai coperto di erbe alte e folte, umido, ricco di lombrichi, con strati di foglie morte o aghi di pino, felci, anemoni, mirtilli, e rododendri.
Lo strato cespuglioso composto da roveti, caprifoglio, sanguinello, pruni, ginepri, ciuffi di ginestre.
In presenza di avversità metereologiche é possibile trovarla anche in terreni incolti, prati, radure, ma anche in campi di mais, in zone coperte da macchia mediterranea e lungo il corso dei fiumi, anche i boschi bruciati e coperti di cenere attirano le beccacce. Durante piogge persistenti le beccacce tendono a spostarsi ai margini dei boschi, sugli spiazzi e le carbonaie, in una prateria oppure al riparo di una siepe.
La presenza di bestiame brado con la relativa presenza di escrementi rappresenta grande attrazione per la beccaccia. Infatti proprio grazie all'azione chimica delle fermentazioni di tali escrementi e alla proliferazione della microfauna, essa soggiorna volentieri in terreni cosi detti "vaccinati" e si nutre frugando nelle sostanze organiche in decomposizione.

quadro - A.Mazzoli

ALIMENTAZIONE

La base alimentare della beccaccia é senza dubbio il lombrico che essa cerca e trova ispezionando minuziosamente i terreni a lei più congeniali. Pare che mediamente la beccaccia debba ingerire almeno 150 gr  di lombrichi al giorno per poter sopravvivere.
La tecnica di ricerca é costituita dall'uso dell'odorato, e dell'udito, sensi che sono molto sviluppati, ma anche con l'aiuto di un calpestio ritmico e alternante. Numerosi altri invertebrati costituiscono la dieta della Beccaccia, tra cui mosche, grilli, coleotteri, ragni, lumache, centopiedi e millepiedi, insetti coprofagi reperiti negli escrementi di bovini e cervidi, larve acquatiche.

Uno studio di Kiss del 1988 ha evidenziato un elenco di 70 animali e 32 gruppi vegetali. In Francia uno studio condotto da Fadat ha evidenziato oltre ad una altrettanta grande varietà di animali, anche la presenza di vegetali nel 90% dei ventrigli esaminati anche se in quantità  sempre scarsa. Mirtilli, bacche, semi di sambuco, chicchi di mais e di avena, coccole di ginepro, erbe e piante acquatiche pare facciano parte della sua regolare alimentazione, anche se molto dipende dalle situazioni locali durante la migrazione.
La beccaccia inghiotte con molta regolarità  anche piccoli minerali sotto forma di pietruzze, sabbia e sassolini che agevolano il processo digestivo.
Gli escrementi della beccaccia che i cacciatori chiamano "fatta", é una ulteriore caratteristica della beccaccia. Essa si presenta come una macchia di colore biancastro costituita da sostanze fluide, e al centro da un grumo di colore scuro quasi nero. Indizio di presenza per i cacciatori, infatti se fresca si presenta brillante e lucida. Ancora due riferimenti curiosi quanto eccezionali riguardanti l'alimentazione della Beccaccia.
Garavini riferisce nel suo " Beccacce e Beccacciai " di un cacciatore che in una pineta di Ravenna durante il freddissimo inverno del 1956, raccolse una beccaccia morta di freddo, che sezionata, conteneva nel suo stomaco un intero Regolo ( piccolo uccelletto dal peso di 5 -6 gr  di peso, probabilmente colto dalla stessa sorte) che aveva ingerito senza poterlo digerire.
In Francia nel 1985 anche a causa di un ondata di freddo eccezionale fu trovata una luscengola (rettile sauro ) lungo 170 mm  e dal diametro di 6mm  nello stomaco di una beccaccia trovata morta in stato di evidente denutrimento ( 195 gr ).

 

 

RIPRODUZIONE

La riproduzione della beccaccia é influenzato da fattori esogeni (allungamento dell'illuminazione diurna), ed endogeni (fattori ormonali, sviluppo delle gonadi). Il periodo legato alla nidificazione seppur dipendente dalle latitudini e altitudini, varia dall'inizio di Febbraio (Francia) alla fine di Agosto. L'inizio della nidificazione ritarda man mano che si procede verso nord (Scandinavia). L'areale di riproduzione si estende dalle isole occidentali atlantiche fino a quelle pacifiche del Giappone.
L'habitat della nidificazione é costituito da boschi ma anche di radure, su terreni asciutti e al riparo da forti venti.Il nido per lo più é una semplice depressione del terreno assai sguarnita; raramente é più elaborato, ma sempre in armonia con la vegetazione circostante. Vengono adoperate foglie secche, aghi di pino, rametti intrecciati, erbe, muschi e piume.  Il numero delle uova é mediamente di 4, deposte generalmente a cadenza giornaliera. Il colore delle uova é variabile, generalmente di colore giallo-rossastro con macchioline che variano dal grigio al bruno-avana con punteggiature lilla.
Il periodo di incubazione, a cui provvede la sola femmina é di circa 3 settimane, al termine delle quali nascono i pulcini che essendo nidifugi, sono in grado dopo poche ore di seguire la madre.

I pulcini alla nascita pesano tra i 15 e 20g , sono lunghi circa 10cm ed hanno il becco più corto del capo. Sono ricoperti di piumino di colore giallastro percorso da 3 striature longitudinali, anche sul capo sono presenti delle bande simili a quelle dell'adulto. I piccoli iniziano a nutrirsi da soli dopo 3-4 giorni e crescono al ritmo di circa 8gr al giorno, dopo circa 12 -13 giorni possono estrarre i lombrichi dal sottosuolo. A circa 40 giorni raggiunge il peso adulto, mentre a 30 giorni é già in grado di volare per buoni tratti.
Le chioccia in quanto a cure parentali é una mamma molto accorta. In caso di pericolo assume il tipico atteggiamento di animale ferito, trascinando l'ala, ma ella cerca di incutere spavento arruffando le ali, aprendo la coda a ventaglio e sbattendo le ali.

Il trasporto aereo dei pulcini é sicuramente tra i più misteriosi e affascinanti aspetti della beccaccia. Pare che in caso di pericolo i pulcini vengano trasportati trattenuti tra le zampe e il ventre e con l'ausilio del becco in luoghi più sicuri.
La vita di coppia delle beccacce come riportata dal russo Iwanow, e già osservata in studi precedenti, conferma che il maschio abbandona la femmina subito dopo la deposizione dell'ultimo uovo.
I maschi a loro volta continuano i loro voli nuziali attirando, corteggiando e accoppiandosi con altre femmine.
Sono proprio i voli nuziali che i francesi chiamano "croule", gli inglesi "roding", e i tedeschi " balzflug" che caratterizzano il periodo riproduttivo della beccaccia. Il termine croule é stato adottato anche in Italia e rende l'idea del verso che il maschio emette durante il volo (cru-cru). Questi voli sono appunto prerogativa dei soli maschi che al crepuscolo nelle zone scelte e adatte alla riproduzione si impegnano su aree varianti tra i 30 e 60 ettari con punte fino a 100 ettari alla ricerca della femmina da conquistare e per mantenere un proprio territorio. Tali voli della durata media di 8 - 10 min. e per non più di 15 min. si ripetono anche 3 - 4 volte la sera ad altezze di 15 - 20 metri a velocità di 30 - 40 Km orari. A tali voli fanno seguito le parate a terra dove il maschio si pavoneggia letteralmente aprendo la coda a ruota tenendo in ben evidenza le punte bianche delle timoniere e tenendo le ali basse. Dopo queste fasi di corteggiamento, se tutto va bene avviene l'accoppiamento. 

MIGRAZIONE

La beccaccia appartiene a quelle specie di uccelli che sistematicamente in primavera ed in autunno compiono voli migratori alla ricerca di aree favorevoli alla riproduzione e allo svernamento.La migrazione della beccaccia avviene di norma di notte, anche se sono state avvistate in pieno giorno. Generalmente avviene in voli solitari o in piccoli gruppi di 4 - 6 soggetti, raramente in gruppi più grandi.
Le altezze e la velocità di volo varia molto a seconda delle condizioni meteorologiche. Califano riferisce di beccacce avvistate a quote di 2500 metri, mentre più ragionevolmente Garavini scrive di quote di poche centinaia di metri, ed in molti casi solo a pochi metri dal terreno.
Riguardo la velocità le stime sono intorno ai 50 - 60 Km orari. Normalmente le beccacce percorrono durante il volo migratorio distanze medie per notte intorno ai 300 Km   restando in volo circa 6 - 8 ore (Garavini).
Le beccacce migrano generalmente da Nord-est in direzione Sud-ovest, anche se molto dipende dalle zone di origine. In uno studio di Clausager del 1974 si evidenziava che la maggioranza delle beccacce provenienti dalle aree scandinave, specialmente quelle norvegesi, tendevano a spostarsi verso Ovest ovvero isole britanniche e Nord della Francia. Mentre sono le beccacce dell'Europa occidentale e quelle orientali a seguire direttrici migratorie con direzione a prevalenza Sud Sud-ovest.

Studi recenti (Fadat in Francia, Clausager in Danimarca, Spanò in Italia) hanno evidenziato che l'istinto migratorio é probabilmente maggiore nelle femmine che nei maschi, questo per quanto riguarda la migrazione autunnale, in primavera accadrebbe l'inverso.
Nella migrazione della beccaccia fattore di sicura evidenza é l'aspetto alimentare. Infatti le condizioni dello stato superficiale del terreno lo sviluppo della microfauna di cui si ciba, condizionano la permanenza della stessa in un determinato luogo. Essa infatti condizionata come é dal suo lungo becco, soffre molto la presenza di rigidità climatiche che le impediscono una corretta alimentazione (gelate).
Le masse di aria fredda tipiche della stagione autunnale rendono in vivibili le latitudini di riproduzione, portano però i venti giusti per favorire i voli migratori. Infatti sono proprio i venti provenienti dai quadranti Est, Nord-est ad avere grande importanza per il raggiungimento dell'areale di svernamento. Inversamente in primavera quando sono i venti dai quadranti meridionali ad influenzare la risalita. Sull'influenza delle fasi lunari i pareri sono stati spesso discordanti, ed anche se le notti senza luna sembrano essere preferite, sicuramente non sono determinanti al fine della migrazione.
Normalmente le beccacce evitano il mare aperto preferendo viaggiare lungo le coste, anche se esso viene attraversato in più punti senza problemi.
Fondamentalmente sono i bruschi abbassamenti di temperatura sotto lo zero a creare le condizioni ideali all'inizio degli spostamenti.
Ma la beccaccia non é solo uccello migratore, infatti ci sono contingenti di beccacce sedentarie. Questo accade nelle isole britanniche, nel nord della Francia, nelle isole atlantiche, ma anche nel Caucaso e in Ucraina.

 

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