1973

Breve storia della Società cacciatori Gazzirola - Bogno

Il pomeriggio del 25 febbraio 1973, al ristorante Reali Franco di Bogno, alcuni cacciatori della Valle si ritrovano con l’obiettivo di costituire una società di caccia, con gli scopi di salvaguardare gli habitat naturali, di lanciare della selvaggina e di riunire un gruppo di persone con la stessa passione: la caccia.

 

 

Ha dunque luogo l’Assemblea costitutiva. Viene eletto a presidente di sala il signor Franco Camozzi e come scrutatori vengono proposti Marioni Dario e Canonica Omero. Il Comitato proposto, formato da Camozzi Franco, Reali Franco, Pel landa Iginio, Boscacci Ettore, Capra Alfredo, Pedrazzini Ennio, Moresi Michele,Mazza Romolo e Moresi Aurelio (Gino), viene eletto all’unanimità. Come segretario-cassiere è incaricato il maestro Moresi Michele di Certara.
Il 20 giugno 1973viene organizzato il primo tiro al piattello, con griglia e buvette a Bogno. Si comincia in questo modo a creare la prima disponibilità finanziaria, così che il 31 ottobre dello stesso anno si possono ordinare 39 lepri, nella misura di un maschio e due femmine. La Società Cacciatori Gazzirola può così procedere al primo lancio di selvaggina. Per questo lancio saranno rispettate le seguenti ripartizioni: Bogno 12 capi, Colla 6 capi, Certara 6 capi, Corticiasca 3 capi, Luganese 3 capi.
Dato che nella Società sono presenti alcuni soci del Luganese, vengono messi a disposizione 3 capi da lanciare nella loro zona.

Il 15 ottobre 1974 si discute animatamente sull’importante problema dell’acquisto delle lepri. Sono disponibili lepri danesi, norvegesi e cecoslovacche.Si opta oer queste ultime ad un prezzo di Fr 80.-- il capo; se ne ordinano 39, sempre in ragione di due femmine per un maschio. Due verranno tenute in gabbie d’allevamento. La stessa sera si decide pure di ordinare 30 coppie di starne, al prezzo di Fr 35.-- la coppia. In attesa del lancio, le lepri verranno tenute da alcuni soci. Al giovane Camozzi Reto vengono dati Fr 100.-- per essersi dedicato all’allevamento delle lepri. A quel punto , ad un anno e mezzo dalla sua fondazione, l’andamento della Società è da considerarsi positivo. Il signor Reali Mirko propone di dedicarsi assiduamente alla creazione di habitat per la selvaggina, da realizzare in collaborazione con L’Ente cantonale eco-zoologico. Il signor Reali Ildo vorrebbe che il capitale a disposizione della società fosse esattamente ripartito al 50% tra cacciatori di piuma e quelli di lepre. Si propone anche la creazione di una bandita su Gazzirola, proposta che è accettata a maggioranza.

La sera dell’assemblea  annuale del 1977, viene proposto il lancio di caprioli e cervi in Valle: la proposta non è però accettata perché risulta contraria alla legge.

All’assemblea del 1978 il comitato propone la costruzione di un nuovo stand di tiro al piattello ai “Piana da Rüga”.

Nella riunione del 25 aprile 1979, a Teserete, la Società Cacciatori della Capriasca offre tre macchine per il lancio dei piattelli per Fr 750.-- Si decide di provarle ed eventualmente acquistarle quale soluzione alternativa, in attesa del nuovo stand, ma viene anche esaminata la soluzione dell’acquisto di una macchina di lancio Serena, con caricatore da 250 piattelli.

 Intanto il prezzo della selvaggina aumenta costantemente, tanto che una lepre nel 1980 costa oltre 100.-- franchi. Nell’assemblea del 1981 i signori Capra Alfredo (presidente), Canonica Omero e Pellanda Iginio rendono pubbliche le loro dimissioni che, a parte quelle del signor Pellanda, non vengono accettate dal Comitato. La tassa sociale viene portata da 30.-- a 50.-- franchi. Il comitato, lo stesso giorno, propone la creazione della bandita del Camoghè, proposta accettata dall’assemblea.

Alla riunione del 18 febbraio 1982 si propone la creazione di una zona per la prova dei cani nella regione di Certara: naturalmente questa idea deve essere studiata accuratamente: Il comitato la trova molto valida e l’appoggia vivamente.

Durante gli anni successivi la Società continua a funzionare bene, grazie all’impegno dei suoi numerosi soci. Poi i cacciatori nella Valle cominciano a diminuire, ma per chi resta, la passione è sempre viva. Negli anni che seguono fa sempre registrare degli avanzi d’esercizio, perciò nonostante un leggero calo degli aderenti, le finanze rimangono sane. Questi soldi vengono spesi per l’acquisto di selvaggina da lancio e una parte accantonati per eventuali progetti futuri.

Nel 1984 il presidente dell’UCAV Guido Macconi informa che, nella stagione venatoria dell’anno seguente, l’apertura sarà unica per tutte le specie. Alcuni membri avanzano l’idea di abolire la caccia al passo delle beccacce, perché non rientra nella tradizione ticinese.

Ora  una lepre cecoslovacca costa già 120 franchi. Compaiono, alla fine  del 1985, i primi cinghiali nel Malcantone, e l’argomento è oggetto di animate discussioni durante le assemblee. Ci si interessa dell’apertura della caccia al camoscio nella zona del Camoghè, ma purtroppo non ci sono buone prospettive in quel senso; si propone anche lo studio sul cervo in Valcolla.

Nel 1991 il presidente Capra Alfredo manifesta la sua intenzione di abbandonare la presidenza della società. Per quanto riguarda l’idea di un eventuale scioglimento della stessa, per confluire nella vecchia “Cacciatori Valcollesi”, non c’è nemmeno da parlarne! La Gazzirola continuerà a vivere ancora e il 1991 sarà l’ultimo anno in cui si potranno importare fagiani ( 2000 capi per tutto il Ticino).

Intanto  nascono malcontenti per il costante calo della selvaggina tradizionale, in particolare della lepre, per la diminuzione dei giorni di caccia e  per le limitazioni imposte dalle nuove regolamentazioni. Ma i cacciatori più accaniti continuano a percorrere le montagne valcollesi, con la speranza di incontrare qualche selvatico da mettere nel carniere.

(Testo : Michele Moresi, segretario della Società dalla sua nascita)